NATURALISMO E VERISMO: RIASSUNTO BREVE
IPERTESTO
Dopo il 1850, gli intellettuali e prima di tutto i letterati e gli artisti, spinti dal desiderio di conoscenza del vero, furono portati a rappresentare la realtà esterna con concretezza e con il minimo di deformazioni soggettive. L'esperienza maggiore, parallelamente ai romanzi di Dickens
e Thackeray, fu il Naturalismo francese, che propose una letteratura oggettiva, senza introduzioni
liriche o autobiografiche, concentrata sul dialogo fra i personaggi calati nel
loro ambiente, in cui l'autore poneva l'accento sul distacco dalla vita spesso
disagiata o amorale dei suoi protagonisti.
Interprete di spicco del naturalismo letterario francese fu Emile Zola,
la cui partecipazione alle vicende degli operai e dei piccole borghesi di vitasuburbana narrate in Teresa Raquin (1867), Il ventre di Parigi (1873), Germinale (1885), non erano disgiunti dalla personale partecipazione nell'accusa dei biechi conformismi e ipocrisie della sua società, come dimostrò il suo diretto coinvolgimento nell'affare Dreyfus e nel sostegno agli amici pittori Coebert e Manet.
NATURALISMO FRANCESE
Al Naturalismo francese si accostò il verismo dei romanzieri russi, primo fra tutti Lev Nikolacevic Tolstoj,
l'autore di Guerra e Pace (1863-69), Anna Karenina (1873-77), e Resurrezione (1899). Al Naturalismo e al realismo russo guardò anche il Verismo italiano, che considerò la letteratura come uno strumento di conoscenza in grado di svolgere un fondamentale ruolo educativo nell'analisi della condizione italiana.
DECADENTISMO
Con il termine decadentismo si intende un movimento artistico e letterario
sviluppatosi in Francia e poi diffusosi nel resto d'Europa, tra la fine
dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento, che si contrappone alla
razionalità del positivismo scientifico e del naturalismo.
GIOVANNI PASCOLI
Il 10 Agosto del 1867 il
padre viene assassinato e la tragedia incide in modo determinante sulla
formazione e sulla vita del poeta. Alla difficoltà economiche si aggiunge la
morte della sorella e della madre. Studia a Urbino, Rimini, Firenze e lettere a
Bologna, ma si appassiona a idee anarchico-socialisteggianti sviluppate in
comizi, manifestazioni politiche, che gli costarono anche alcuni mesi di
carcere, per sovversione e oltraggio alla forza pubblica. Uscito di prigione
riprese gli studi e si laureò nell’82 e insegnò a Matera, Massa e Livorno dove
chiamò a vivere le sorelle Ida e Mariù per ricostruire almeno per quel che
poteva il “nido” familiare.
Riassunto su Giovanni Pascoli: vita e poesie
GIOVANNI PASCOLI: IDEOLOGIA
IDEOLOGIA - Nido. L’uccisione del padre e il legame morboso con la famiglia, vissuta come rifugio dal male del mondo, sono 2 elementi fondamentali per comprendere l’ideologia del Pascoli e interpretare alcuni simboli della sua poesia. Al centro del suo simbolismo c’è il legame nido-casa-culla.
Il NIDO, racchiuso e tondo, delimita lo spazio interno e offre protezione e
sicurezza in contrapposizione allo spazio e sterno, esposto alle aggressioni,
alla violenza e al male. Il nido rappresenta la famiglia e l’infanzia prima
dell’uccisione del padre, la casa . Il nido diventa il luogo della regressione
psicologica, del ritorno all’infanzia in una sorta di autoreclusione che tiene
al riparo dalla esperienze adulte, cui guardare fra seduzione e timore. Di
conseguenze, come in un’adolescenza prolungata, il mistero del sesso e della
vita amorosa è vissuto con attrazione, paura e insieme rifiuto. Nido significa
anche poesia, intesa come scoperta della disposizione e della sensibilità
infantile del poeta.
IL FANCIULLINO
Pascoli afferma
che in ogni uomo c’è un FANCIULLINO interiore, destinato a restare
innocente e ingenuo, anche se noi cresciamo e diventiamo adulti. Soprattutto
nel poeta resta vivo questo fanciullino, fonte di ispirazione artistica, vista
come intuizione, rivelazione del mistero della vita presente nelle umili cose
senza l’intervento della razionalità, espressione immediata degli stupori
infantili, dei trasalimenti e delle meraviglie.
Alla luce dell’ideologia del nido si possono spiegare altresì le posizioni
politiche del Pascoli, che nel suo discorso politico afferma che
socialismo e nazionalismo si fondono e confondono. In quegli anni avvertiva il
dramma degli emigrati costretti a lasciare la patria e strappati dal loro nido.
San Lorenzo, io lo so perché tanto | |
di stelle per l'aria tranquilla | |
arde e cade, perché sì gran pianto | |
nel concavo cielo sfavilla. | |
5 | Ritornava una rondine al tetto: |
l'uccisero: cadde tra spini: | |
ella aveva nel becco un insetto: | |
la cena de' suoi rondinini. | |
Ora è là, come in croce, che tende | |
10 | quel verme a quel cielo lontano; |
e il suo nido è nell'ombra, che attende, | |
che pigola sempre più piano. | |
Anche un uomo tornava al suo nido: | |
l'uccisero: disse: Perdono; | |
15 | e restò negli aperti occhi un grido: |
portava due bambole in dono… | |
Ora là, nella casa romita, | |
lo aspettano, aspettano in vano: | |
egli immobile, attonito, addita | |
20 | le bambole al cielo lontano. |
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi | |
sereni, infinito, immortale, | |
oh! d'un pianto di stelle lo inondi | |
quest'atomo opaco del male! |
L'ambito chiuso e geloso del nido è concepito dal poeta come rifugio dal turbine doloroso della vita ma anche ciò che impedisce all'autore ogni comunicazione con il mondo degli altri. C'è poi lo smarrimento di fronte al Male, accompagnato da un'angosciosa domanda che rimane senza risposta: perché il male? "Male" è una parola che suggerisce echi inquietanti e le stelle cadenti sono il pianto del Cielo su "quest'atomo opaco del Male": la Terra. La notte del 10 agosto è stata denominata "notte di S. Lorenzo" in memoria del santo morto martire sulla graticola. Infatti le stelle cadenti ricordano le scintille di fuoco prodotte dalla graticola.
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